Il
fenomeno emergente delle false accuse - denunciato da varie strutture del
privato sociale a partire dal 2008 - viene ormai largamente riconosciuto anche
negli ambienti forensi.
È
un fenomeno che genera disagio sociale, sviluppandosi prevalentemente per la
contesa dei figli in caso di separazioni, divorzi e cessazioni di convivenza.
Lo
scorso 9 luglio il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma ha indetto un
convegno per approfondire lo sdoppiamento di obiettivi della querela: scelta
necessaria o strumentale?
Tra
i relatori il dr. Giorgio Santacroce[1],
la dott.ssa Maria Monteleone[2],
l’avv Massimiliano Parla[3],
l’avv. Matteo Santini[4],
e chi scrive.
Molto
chiarificatrice, ed infatti molto apprezzata, la relazione dell’avv Santini che
ha puntato i riflettori sul proliferare delle false accuse, definendolo un
meccanismo perverso, ed ha evidenziato il ruolo deontologicamente scorretto dei
legali che favoriscono, incoraggiano o addirittura suggeriscono l’utilizzo
strumentale della querela.
Dettagliatamente
informato sulle dinamiche emergenti anche il dr. Santacroce, che ha esordito
con un chiarissimo “oggi funziona così: mi separo, quindi ti distruggo”
Meno
apprezzato l’intervento della dott.ssa Monteleone, che in alcuni passaggi è
scivolata su qualunquismo e luoghi comuni poco calzanti con la realtà.
L’avv
Parla ha testimoniato, dati alla mano, l’altissima percentuale di archiviazioni
fornita dalla Procura di Roma, oltre il 50% per i reati di cui agli artt. 388[5],
570[6],
572[7],
612 bis[8]
cp.
La
mia relazione ha provato ad allargare il campo di osservazione: dalla Procura
di Roma al problema su scala nazionale, dai reati meno gravi a quelli più
infamanti, dalle inchieste sulle Procure ai tempi di recupero della
genitorialità interrotta attraverso le false accuse.
Una
critica costruttiva all’intervento della dott.ssa Monteleone: parlando dei
problemi legati al profilo economico delle separazioni, ha fatto riferimento
alla tendenza dei padri a nascondere i redditi. Gente particolarmente facoltosa
che risulta nullatenente, soggetti che trascorrono l’inverno a Cortina e
l’estate alle isole Mauritius, ma poi non versano nulla alla ex ed ai figli.
A
mio parere si tratta di una forzatura, un esempio lontano dall’essere
identificativo della problematica nazionale.
Mi
è sembrato di cogliere un generale dissenso anche tra gli avvocati in platea,
ma potrei sbagliare e preferisco esprimere solo la mia opinione.
Esisteranno
anche fasce di reddito privilegiate, evasori o meno, ma si tratta di una
sparuta minoranza, vogliamo riconoscerlo?.
La
media dei lavoratori non ha certamente un tenore di vita da Mauritius; senza
spingersi all’estero, temo che la maggioranza degli italiani non frequenti nemmeno
lo yacht-club di Portofino, vogliamo riconoscere anche questo?
La
storiella del miliardario che si finge nullatenente per non mantenere moglie e
figli sembra pertanto scarsamente significativa, per non dire altro.
L’Italia
è fatta di lavoratori dipendenti, operai ed impiegati, precari e cassintegrati,
esodati, e disoccupati.
Non
lo dico io, lo dice la cronaca di tutti i giorni, ormai da anni: tassi
di disoccupazione in aumento costante, nessuna speranza di reimpiego per cinquantenni
licenziati, chiusura a pioggia di piccole e medie aziende, posizioni
contrattuali che non consentono accesso ai mutui, famiglie che il mutuo già lo
hanno ma non sono più in grado di pagarlo, oltre alla terribile escalation dei
piccoli imprenditori suicidati per debiti.
Solo
per i separati l’unico pensiero è abbronzarsi nei paradisi tropicali?
Non
sembra proprio: diverse amministrazioni comunali allestiscono alloggi di
fortuna per genitori separati senza casa, gli stessi genitori separati
ingrossano le file per un pasto alla Caritas.
In
questo quadro generale, tarare le criticità delle separazioni citando il
modello-Briatore sembra quantomeno azzardato.
Quindi,
per individuare concretamente le criticità del sistema, lasciamo da parte il facoltoso
evasore e pensiamo ai milioni di persone che, tolti dallo stipendio assegni e
spese extra, parcelle legali e peritali, affitto, bollette e rata della Punto,
devono cercare di sopravvivere con poche centinaia di euro al mese.
Credo
sia utile ragionare sui grandi numeri, non certo sulle eccezioni.
Altro
aspetto dell’intervento a mio parere poco condivisibile della dott.ssa
Monteleone: parlando delle false accuse di violenza sessuale ha affermato che le
querele strumentali recano danno, in primis, alle donne che una violenza
l’hanno subita davvero.
Non
posso concordare.
Le
false accuse nuoceranno probabilmente anche alle reali vittime di violenza,
in quanto le denunce strumentali assorbono tempo, risorse e personale di una
già congestionata Giustizia, ma non possono essere considerate la categoria
maggiormente penalizzata.
Altre
categorie subiscono traumi ben peggiori: le vittime di false accuse ed i loro figli
Le
persone vittime di false accuse, non subiscono alcuna ripercussione negativa?
Basta
essere assolti, e tutto passa?
Non
sono persone costrette a difendersi in tribunale da accuse infamanti?
Non
hanno rilevanza i costi emotivi, l’immagine sociale distrutta, le ripercussioni
sul lavoro?
C’è
chi va in analisi diversi anni per superare il trauma di un’accusa di molestie
sessuali sui figli; assoluzione o archiviazione poco importa, la lacerazione
resta.
E
poi i figli, categoria “fragile” a singhiozzo, a volte si ed altre no.
Evidentemente
un bambino non è fragile quando viene indicato come vittima di un abuso che poi
si rivela non essere mai avvenuto.
Eppure
la letteratura scientifica dice il contrario: quando l’abuso è inventato il
percorso di verifica di un presunto abuso su un minore diventa, esso stesso, un
abuso.
Da
ultima, un’osservazione sul grande assente al convegno: i Servizi Sociali
In
tema di false accuse sarebbe stato interessante ascoltare le esperienze del
Servizi.
Chi
viene accusato di molestie sui propri figli ha poche chances di conservare normali
rapporti con loro. Anche se le accuse sono false
Ormai
la macchina del fango è avviata; qualunque cosa faccia si ritorce contro di lui,
fino a sembrare validante per le accuse che gli vengono mosse.
Chiede
spiegazioni al legale di controparte? Tentativo velleitario, l’avvocato non
risponde o al massimo risponde “ci vediamo in tribunale”
È
esterrefatto, prova a chiedere spiegazioni direttamente a chi lo accusa, vuole parlare, scrivere, telefonare? Diventa uno
stalker, ammonimento a desistere ed allontanamento dai figli:
È
esasperato, prende un bastone e spacca tutto? Diventa un violento, comportamento
da galera
È
disperato, prende un coltello e fa una strage? Diventa un assassino,
comportamento da
ergastolo
Rimane
lucido, prende la carta bollata e fa delle controdenunce per smontare le accuse?
Diventa immancabilmente conflittuale, comportamento biasimevole relazionato dai
Servizi Sociali.
Non
fa nulla e subisce le accuse senza reagire? Fa il gioco della controparte, i
figli non li vede più.
Che
fare?
È
molto chiaro cosa non fare, è meno chiaro quale debba essere il comportamento
“virtuoso” per non incorrere nelle accuse di comportamento violento, persecutorio
o conflittualità
È
ovvio che i comportamenti violenti, di qualsiasi natura, siano sempre
gravemente condannabili
Quindi
niente iniziative fai-da-te, il nostro ordinamento prevede che ci si possa
difendere tramite il proprio legale ... ma chi si azzarda ad utilizzare gli strumenti
previsti dalla legge diventa aggressivo, incapace di trovare un accordo, conflittuale.
Si
rende necessaria una richiesta ufficiale all’Ordine degli Assistenti Sociali:
chiarimenti in merito al riconoscimento della conflittualità unilaterale, al
riconoscimento di piani diversi fra chi aggredisce e chi è costretto a difendersi,
alle buone prassi da adottare da parte di un soggetto vittima di false accuse
per evitare di essere definito “conflittuale”.
[1] Presidente Corte d’Appello
di Roma
[2]
Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Roma
[3] Coordinatore
Vicario dell’Osservatorio sulla Giustizia Familiare
[4]
Consigliere dell’Ordine e promotore del convegno
[5]
Mancata osservanza del dispositivo giuridico
[6]
Violazione degli obblighi di assistenza
[7]
Maltrattamenti in famiglia
[8] Atti
persecutori
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