venerdì 28 settembre 2012

Pane e dignità


Pane e dignità

Ho fame
Fame nera, fame carogna, fame disperata, quella che rigenera invece di fiaccare, quella che gratta dal fondo scintille di energia che non immaginavi di avere.
Fame che non si placa con grano e patate, nemmeno con sushi e caviale
‘fanculo il sushi, ho fame di dignità.
Dignità fatta a pezzi dal Sistema-Giustizia, mortificata dai pregiudizi dilaganti, da una riforma tradita, da un’applicazione fittizia, da un magistrato ipocrita, un assistente sociale incapace, un leguleio da operetta.
Dignità violata, in nome di una giustizia che si è fatta piccola piccola, attraverso lo stupro dei legami e delle relazioni.
Dov’è la dignità della persona, in tutto questo? Dignità dei genitori, certo, ma prima ancora dei figli.
Quanti figli hanno la stessa fame di dignità, e ancora non sanno di averla?
Quanti figli, crescendo, scopriranno di avere avuto l’infanzia storpiata in nome del loro interesse?
Quanti capiranno che le relazioni genitoriali non dipendevano dai genitori, ma da chi si è arrogato il diritto di limitarle, svuotarle, svilirle?
Quanti si accorgeranno di essere stati fregati, sempre in nome del loro interesse?
Quanti?
Chi sa rispondere?
QUANTI?

Qualcuno, fra 20 anni, si domanderà: come hanno potuto lasciare che accadesse?
La malagiustizia familiare era sotto gli occhi di tutti, denunciata a gran voce, dettagliatamente documentata, urlata con rabbia, disperazione, incredulità, sdegno.  
Come abbiamo potuto lasciare che accadesse?

Vogliamo
Possiamo
Dobbiamo

Il movimento dei genitori ha iniziato da 20 anni ad intravedere le storture del Sistema, le falle della malagiustizia familiare, la discrasia fra ciò che è scritto in sentenza e ciò che accade nella realtà.
Volevamo cambiare il Sistema, avevamo la spinta.

Poi è iniziato il processo di crescita: lunghi anni di studio, ricerca ed approfondimento per appropriarsi dei meccanismi giudiziari, mettere a fuoco i contorni delle criticità ed individuare le possibili soluzioni.
Un know-how preziosissimo, figlio della competenza sia accademica che empirica, è oggi patrimonio del movimento, moneta da spendere anche sui tavoli istituzionali.
Possiamo cambiare il Sistema, abbiamo gli strumenti.

Ora è rimasto l’ultimo passo, il dovere di capitalizzare l’esperienza e le competenze acquisite.
È il passo più duro, quello nel quale entrano in gioco poteri forti estranei al movimento.
Non è facile, non è veloce, non è indolore, ma va fatto.
Dobbiamo cambiare il Sistema che gestisce le separazioni.

È una strada in salita, di quelle dure, che oltre ad essere ripida e piena di buche ha pure in vetta parecchi nemici che tirano sassi.
Non serve perdere tempo ad elencare i nemici ed i sassi che scagliano, ne saltano fuori ogni giorno tra pregiudizi ideologici e sentenze-scandalo
Le buche si superano, i sassi si schivano, la vetta va raggiunta: la riconquista di una dignità delle persone da troppi anni svilita
Vorrei piantarla di vivere in una Italia SDL, Società a Dignità Limitata

Non so chi in futuro potrà dare ai propri figli aragosta e champagne, chi salame e barbera, chi patate e acqua di fonte.
Ma che a nessuno sia vietato di crescerli a pane e dignità.

Il 4 ottobre diamo inizio ad un ciclo, troviamo la spinta necessaria a raggiungere gli obiettivi che condividiamo.
La volontà c’è, le competenze pure, ora - per chi ci crede davvero - ottenere risultati concreti è diventato un dovere.
Vogliamo, possiamo, dobbiamo

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